Attualmente i Senatori a vita sono sei: l’ex-presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, quattro illustri italiani nominati da Napolitano (Mario Monti, Elena Cattaneo, Renzo Piano, Carlo Rubbia) e uno, anzi una sola dall’attuale presidente della Repubblica Mattarella (Liliana Segre).
La Costituzione prevede che il presidente della Repubblica possa nominare cinque senatori a vita tra i cittadini italiani che abbiano “illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario”.
Dopo la scomparsa di Claudio Abbado nel 2014 è quest’ultimo settore – arte, letteratura e cultura – che a Palazzo Madama non vanta più un senatore a vita. Gli ultimi erano stati Carlo Bo (2001), Norberto Bobbio (2004) e Mario Luzi 2005. Tra i più illustri precedenti, Eugenio Montale ed Eduardo De Filippo, scomparsi rispettivamente nel 1981 e ’84.
Insomma, Mattarella può e per qualche aspetto dovrebbe e comunque potrebbe rinfoltire la componente femminile dei Senatori a vita. E, soprattutto, valorizzare chi ha “illustrato la Patria per altissimi meriti” nel campo artistico, letterario e culturale.
“Riteniamo che ci siano in Italia poche persone, pochi cittadini e pochi intellettuali che, per eccellenza professionale, passione civile, rigore morale e sobrietà di costumi, meritino quanto Giovanna Marini il più alto riconoscimento civile e istituzionale previsto nel nostro ordinamento democratico”. Con questa motivazione fu inviato, a suo tempo, al Presidente della Repubblica un appello per la nomina a Senatore a vita di una delle più note e alte esponenti della cultura musicale e popolare italiana. Su iniziativa del sito “Informazione e Democrazia”, l’appello fu sottoscritto da un centinaio di cittadini, intellettuali, professionisti, giornalisti e operatori culturali fra i quali Sandro Curzi, Grazia Francescato, Ivan Della Mea, Beppe Giulietti, Marcelle Padovani e Alessandro Portelli.
Rilanciamo ora la sottoscrizione, nella speranza che un presidente come Sergio Mattarella voglia prendere in considerazione la nostra proposta.
“Da 'cantastorie’ - e cioè da musicista, cantante, compositrice, ricercatrice, animatrice culturale ed etnomusicologa - Giovanna non è solo una delle voci più espressive e più importanti della musica popolare e contemporanea del nostro Paese”, si legge nelle motivazioni della iniziativa. “La tipologia e la qualità delle sue ricerche, della sua produzione, delle sue esibizioni e complessivamente della sua attività ne fanno, in assoluto, uno dei protagonisti della vita culturale nazionale che più hanno contribuito alla formazione e alla tenuta di una risorsa di valori, non solo musicali, alla quale attinge e potrà attingere sempre più il popolo italiano per conservare la propria memoria storica e tutelare la propria identità, in un mondo sempre più globalizzato che però produce e in definitiva si nutre di bisogno di identità”.
L'idea di promuovere una raccolta di firme per chiedere al Presidente della Repubblica di nominare Senatrice a vita Giovanna Marini ci sembra proprio una splendida idea. Riteniamo che ci siano in Italia poche persone, pochi cittadini e pochi intellettuali che, per eccellenza professionale, passione civile, rigore morale e sobrietà di costumi, meritino quanto Giovanna Marini il più alto riconoscimento civile e istituzionale previsto nel nostro ordinamento democratico.
Come sintetizzare la sua vita e la sua attività? In molti, specie fra i più giovani, la ricordano per il popolarissimo e vendutissimo Cd Il fischio del vapore, registrato con Francesco De Gregori. Ma la storia di Giovanna parte da molto più lontano e attraversa tutte le vicende sociali, politiche, culturali e musicali dagli anni Sessanta del secolo scorso ad oggi.
Da “cantastorie” - e cioè da musicista, cantante, compositrice, ricercatrice, animatrice culturale ed etnomusicologa - Giovanna non è solo una delle voci più espressive e più importanti della musica popolare e contemporanea del nostro Paese. La tipologia e la qualità delle sue ricerche, della sua produzione, delle sue esibizioni e complessivamente della sua attività ne fanno, in assoluto, uno dei protagonisti della vita culturale nazionale che più hanno contribuito alla formazione e alla tenuta di una risorsa di valori, non solo musicali, alla quale attinge e potrà attingere sempre più il popolo italiano per conservare la propria memoria storica e tutelare la propria identità, in un mondo sempre più globalizzato che però produce e in definitiva si nutre di bisogno di identità.
La sua produzione musicale è molto articolata: nel suo complesso e all'interno di ogni singola realizzazione l'autrice attraversa tradizioni, generi, registri e toni molto diversi, senza mai cadere in un eclettismo gratuito. L'intreccio ha sempre motivazioni al contempo politiche e sociali: le scelte musicali rivelano l'esigenza di dar forma ai contenuti di lotta e di opposizione alle pretese di subordinazione, di sfruttamento e di omologazione del potere ai danni del singolo, in specie dei semplici e dei poveri. L'impiego di tradizioni popolari è testimonianza dell'atteggiamento critico di un'intellettuale aperta alle problematiche di classe. Senza dimenticare che certi emissioni vocali del canto contadino e popolare presentano articolazioni che contrastano la rigidità del sistema tonale egemone nella tradizione musicale occidentale. La sua attività multiforme ne ha fatta una delle figure più importanti nello studio, nella ricerca e nell'esecuzione della tradizione musicale popolare italiana, ma è autrice anche di canzoni e cantate di propria composizione.
Nasce il 19 gennaio 1937 a Roma da una famiglia di musicisti. Musicista di formazione accademica, si diploma nel 1959 al Conservatorio di Santa Cecilia di Roma con il maestro Benedetto Di Ponio in chitarra classica. Studia musica medioevale e rinascimentale, perfezionando gli studi e la pratica con il massimo chitarrista classico allora vivente, lo spagnolo Andrés Segovia, e con Alirio Diaz. Contemporaneamente si dedica allo studio ed alla pratica di strumenti a corda antichi, come il liuto, che suona nel Concentus Antiqui del maestro Quaranta. Suona liuto e arciliuto nell'orchestra rinascimentale Concentus Fidesque Antiqui.
Sono i primi anni Sessanta quando l’artista incontra e frequenta intellettuali e scrittori come Pier Paolo Pasolini, Italo Calvino, Roberto Leydi, Gianni Bosio e Diego Carpitella che la iniziano alla canzone popolare e alle canzoni d’autore. È la scoperta del canto sociale, o di quella che - con una definizione risalente probabilmente a Giovanna Marini stessa - si comincia a definire come “storia orale cantata”, nel senso di registrazione popolare degli avvenimenti storici mediante lo strumento privilegiato della canzone di composizione anonima e di circolazione orale (ancora attiva nell'Italia degli anni '60, in una società che pure si stava trasformando da prettamente rurale in urbano-industriale).
Da quel momento la sua ricerca musicale presenterà sempre una stimolante dialettica fra elementi "colti" ed elementi popolari, secondo una dinamica presente in tanta grande musica novecentesca, da Janácek a Bartók, da Weill a Eisler a Cardew. Parallelamente all'interesse per le classi subalterne, la Marini nutre una forte passione politica, consapevole com'è del legame che unisce il dato musicale a quello sociale. Fa lungamente parte del gruppo di musicisti d'area alternativa che si raccoglie attorno alla rivista "Nuovo Canzoniere Italiano", fondata nel 1962 da Bosio, portando in giro per l’Italia le canzoni sociali con diversi cantautori politici tra cui Ivan Della Mea, Gualtiero Bertelli, Paolo Pietrangeli, Giovanna Daffini (la grande "cantante contadina" dalla quale la Marini impara la particolare emissione vocale e il repertorio), il Gruppo di Piadena, e i Pastori di Orgosolo con il poeta Peppino Marotto.
Nel 1961 partecipa alla fondazione del Folkstudio di Roma. con Giancarlo Cesaroni e Harold Bradley, cantando con Maria Teresa Bulciolu canzoni popolari dell'Italia centrale e meridionale. Nel 1963 partecipa agli spettacoli “Bella Ciao” al Festival di Spoleto (uno spettacolo che resta nella storia e che provoca scandali e reazioni indignate da parte del pubblico) e “Ci ragiono e canto” con la regia di Dario Fo. Il 3 aprile 1964, partecipa alla Casa della Cultura di Milano alla prima rassegna della canzone popolare e di protesta vecchia e nuova «L'Altra Italia» e incide poi, per i Dischi del Sole, alcune raccolte.
Giovanna Marini diventa una colonna portante dell'Istituto Ernesto De Martino, nel quale raccoglie tutta l'enorme quantità di canti popolari da lei scoperti e catalogati, e per i quali arriva a creare persino uno speciale sistema di notazione musicale. È, la sua, una vera opera di trascrizione della memoria, che le permetterà di trasportarla sul palcoscenico. Inizia anche a comporre lunghe ballate (più propriamente delle cantate) nelle quali racconta la sua esperienza e che interpreta da sola in scena, accompagnandosi esclusivamente con la chitarra.
Fra le prime pubblicazioni discografiche c'è quel “Vi racconto l'America” (1966), uno dei primi esempi di "ballata lunga", che è forma musicale tipica della Marini. Si tratta di un racconto musicato, in cui si alternano approcci vocali e strumentali di diversa matrice: dall'improvvisazione alla filastrocca popolare, dal recitativo operistico alla canzone di protesta, fino alla sillabazione ritmica. A cominciare dal 1967 compone molte musiche per film: tutti quelli di Citto Maselli dal ‘67 in poi, un film di Nanni Loy (“Caffè Express”), film di Pietrangeli, Mattolini, Giancarlo Cobelli, Paolo Breccia, Pelloni e altri. Scrive inoltre molta musica per il teatro: per Carlo Quartucci “Pentesile”, “Funerale” e “Robinson Crusoe”. Per Attilio Corsini, “I Due Sergenti”, “La Pulce” e altri.
Nel 1968 esce un disco che contiene altre due ballate aperte: “Lunga vita allo spettacolo” e “Viva Voltaire e Montesquieu”. Qui la riflessione è trasferita sul significato dello spettacolo, sui legami tra questo e l’impegno politico, sul ruolo dell'intellettuale nella società. I due brani sono contrapposti dialetticamente, quasi in una sorta di domanda e risposta. Particolarmente efficace è la satira dell'impegno come dimensione totalizzante.
La ballata narrativa è la forma prevalente anche in altri notevolissimi dischi come “Chiesa Chiesa” (1967), “La vivazione” (1969) e “Controcanale 70” (1970). Nel 1974 fonda la Scuola popolare del Testaccio, a Roma, trovando altri musicisti assieme ai quali poter suonare: Giancarlo Schiaffini, Michele Iannaccone e Eugenio Colombo. “L'eroe” (1974) e “La nave (è una pura formalità)” sono del 1976. Spesso le tematiche di questi lavori hanno un complesso carattere epico, dove però l'allegoria non è mai disgiunta dalla riflessione militante. Dall'età degli anni Settanta la canta-compositrice torna a occuparsi intensamente di musica d'insieme. La scrittura si fa più elaborata, la partitura musicale sembra quasi prevalere sull'urgenza di trasmettere il messaggio. Una musica più difficile, ma comunque sempre orientata alle problematiche sociali.
Nel 1976 fonda il “Quartetto Vocale”, per il quale scrive molto materiale e fa molta ricerca e trascrizione di materiale etnico. Con questa formazione scrive cinque “Cantate”, con le quali gira tutta Europa e Canada. Del 1977 è lo spettacolo “Correvano coi Carri” (su disco l'anno seguente), cantato da undici donne "non per scelta ma perché non c'erano gli uomini". Al 1978 risale il disco doppio “La grande madre impazzita”, vero e proprio teatro musicale per cinque voci e un trio di jazzisti d'improvvisazione conosciuti alla scuola popolare di musica del Testaccio: un disco di grande valore poetico ed eccellenza musicale; una rappresentazione del mondo d'oggi, fra tradizioni popolari e contadine in frantumi e modernità metropolitana alienante (vedi ancora Pasolini), solitudine urbana, potere soverchiante (la Grande Madre), dimensione mitica e mezzi di comunicazione di massa.
Nel 1983 scrive “Il regalo dell’Imperatore”, opera per quattordici strumenti, coro e solisti, con la quale sta in scena per un mese al Teatro les Bouffes du Nord di Peter Brook e compie tournée in Spagna e Francia. Nel 1984 il Festival d’Automne le commissiona la musica per dodici liriche di Pasolini, che scrive per cinque voci e cinque strumenti. Nello stesso anno, il Festival di Musica di Saint-Denis le commissiona un “Requiem” che lei scrive per orchestra, due cori e solisti. Viene eseguito a Vienna, Amburgo, Roma e Parigi. Ed esce in Francia lo splendido “Pour Pier Paolo: 12 poesie friulane di Pasolini musicate per un organico di voci, ance e percussioni”. Nel 1988 scrive le musiche per “Troiane” di Thierry Salmon, con cui vince il premio Ubu Teatro. Compone anche musiche per teatro in Francia, “On ne badine pas avec l’amour” per Viviane Théofilides; in Germania, “Antigone” di Hans Rheiner; in Svizzera, “Le donne a parlamento” di Michel Voità. Per il bicentenario della Rivoluzione Francese, nel 1989, su incarico del Festival Roma Europa, mette in musica la “Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo”.
Dal 1991 al 2000 Giovanna Marini è anche titolare della cattedra di etnomusicologia presso l'Università di Paris VIII-Saint Denis. Con gli allievi romani e parigini, Giovanna Marini compie viaggi di studio per ascoltare e trascrivere i canti di tradizione orale ancora presenti in Italia nelle feste religiose e profane. Nel 1991 scrive “Spesso il male di vivere ho incontrato” di Montale, per coro, che viene eseguito a Bologna. Scrive nel 1993 “Les regrets de Rome” per un coro dell’Università di Saint-Denis. Questo pezzo verrà poi eseguito in molte città francesi. Nel 1995 scrive la musica per “I Turcs tal Friul” di Pasolini, messo in scena da Teatriditalia e Teatro di Trieste, per la regia di Elio De Capitani, eseguito alla Biennale di Venezia. Ottiene il premio Ubu. Nel 1996, per il Teatro di Avignone, scrive “Vita Nuova”, quartetto d’archi, voce recitante e baritono. Nel 1997 scrive le musiche per “Orestiade” di Eschilo al Teatro Reale fiammingo di Bruxelles. Seguono “Sibemolle” e la “Cantata del Secolo Breve” (ispirata all'opera storica di Eric Hobsbawm) presentata al Théâtre de Vidy, a Losanna, nel 2001.
Nel 2002, assieme a Francesco De Gregori, Giovanna Marini incide l'album “Il fischio del vapore”, che ottiene un successo di vendite senza precedenti facendo conoscere il suo nome, dopo quarant'anni, anche al grande pubblico. Nel 2004, tra le altre cose, mette in musica la “Ballata del carcere” di Reading e il “De Profundis” di Oscar Wilde.
Per rispolverare il repertorio della Marini è stata pubblicata da Alabianca, nel 2006, “Antologia”, una raccolta dei migliori brani dell’artista romana nei suoi quarant’anni di carriera tra l’Italia e l’estero. Ventuno canzoni, di cui tre inedite: “Passerà”, scritto anni fa, “Muto Carmè”, ed “Era domenica”, tratta da un racconto di Hemingway. La Marini, durante lo show case di presentazione dell’album, ha proposto alcuni dei brani più famosi tra cui i tre inediti e “Ulrike Meinhof”.
“Quando ho cantato questa canzone in Germania”, ha spiegato Giovanna Marini, “era il 1995 e al termine della mia esibizione mi si è presentata davanti una ragazza pallida, quasi anoressica, molto gentile e carina. Mi ha detto che avevo scritto una canzone su sua madre e che non avrei dovuto.
Era la figlia di Ulrike Meinhof – morta nel 1976 e militante della sinistra radicale - e insisteva sul fatto che non avrei dovuto dedicare una canzone a quella donna. Io sono rimasta di sasso, e le ho detto che sua madre era invece una persona molto colta, un’intellettuale. E’ difficile essere una persona intellettuale, perché arrivi ad un certo punto in cui la cultura non ti basta più e devi inventarti una vita, allora capita di fare degli errori e di agire in modo sbagliato. Non bisogna però giudicare le persone, così ho detto a quella ragazzina di non etichettare sua madre, perché era una donna molto espressiva e passionale”.
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Nasce il 19 gennaio 1937 a Roma da una famiglia di musicisti. Musicista di formazione accademica, si diploma nel 1959 al Conservatorio di Santa Cecilia di Roma con il maestro Benedetto Di Ponio in chitarra classica. Studia musica medioevale e rinascimentale, perfezionando gli studi e la pratica con il massimo chitarrista classico allora vivente, lo spagnolo Andrés Segovia, e con Alirio Diaz. Contemporaneamente si dedica allo studio ed alla pratica di strumenti a corda antichi, come il liuto, che suona nel Concentus Antiqui del maestro Quaranta. Suona liuto e arciliuto nell'orchestra rinascimentale Concentus Fidesque Antiqui.
Sono i primi anni Sessanta quando l’artista incontra e frequenta intellettuali e scrittori come Pier Paolo Pasolini, Italo Calvino, Roberto Leydi, Gianni Bosio e Diego Carpitella che la iniziano alla canzone popolare e alle canzoni d’autore. È la scoperta del canto sociale, o di quella che - con una definizione risalente probabilmente a Giovanna Marini stessa - si comincia a definire come “storia orale cantata”, nel senso di registrazione popolare degli avvenimenti storici mediante lo strumento privilegiato della canzone di composizione anonima e di circolazione orale (ancora attiva nell'Italia degli anni '60, in una società che pure si stava trasformando da prettamente rurale in urbano-industriale).
Da quel momento la sua ricerca musicale presenterà sempre una stimolante dialettica fra elementi "colti" ed elementi popolari, secondo una dinamica presente in tanta grande musica novecentesca, da Janácek a Bartók, da Weill a Eisler a Cardew. Parallelamente all'interesse per le classi subalterne, la Marini nutre una forte passione politica, consapevole com'è del legame che unisce il dato musicale a quello sociale. Fa lungamente parte del gruppo di musicisti d'area alternativa che si raccoglie attorno alla rivista "Nuovo Canzoniere Italiano", fondata nel 1962 da Bosio, portando in giro per l’Italia le canzoni sociali con diversi cantautori politici tra cui Ivan Della Mea, Gualtiero Bertelli, Paolo Pietrangeli, Giovanna Daffini (la grande "cantante contadina" dalla quale la Marini impara la particolare emissione vocale e il repertorio), il Gruppo di Piadena, e i Pastori di Orgosolo con il poeta Peppino Marotto.
Nel 1961 partecipa alla fondazione del Folkstudio di Roma. con Giancarlo Cesaroni e Harold Bradley, cantando con Maria Teresa Bulciolu canzoni popolari dell'Italia centrale e meridionale. Nel 1963 partecipa agli spettacoli “Bella Ciao” al Festival di Spoleto (uno spettacolo che resta nella storia e che provoca scandali e reazioni indignate da parte del pubblico) e “Ci ragiono e canto” con la regia di Dario Fo. Il 3 aprile 1964, partecipa alla Casa della Cultura di Milano alla prima rassegna della canzone popolare e di protesta vecchia e nuova «L'Altra Italia» e incide poi, per i Dischi del Sole, alcune raccolte.
Giovanna Marini diventa una colonna portante dell'Istituto Ernesto De Martino, nel quale raccoglie tutta l'enorme quantità di canti popolari da lei scoperti e catalogati, e per i quali arriva a creare persino uno speciale sistema di notazione musicale. È, la sua, una vera opera di trascrizione della memoria, che le permetterà di trasportarla sul palcoscenico. Inizia anche a comporre lunghe ballate (più propriamente delle cantate) nelle quali racconta la sua esperienza e che interpreta da sola in scena, accompagnandosi esclusivamente con la chitarra.
Fra le prime pubblicazioni discografiche c'è quel “Vi racconto l'America” (1966), uno dei primi esempi di "ballata lunga", che è forma musicale tipica della Marini. Si tratta di un racconto musicato, in cui si alternano approcci vocali e strumentali di diversa matrice: dall'improvvisazione alla filastrocca popolare, dal recitativo operistico alla canzone di protesta, fino alla sillabazione ritmica. A cominciare dal 1967 compone molte musiche per film: tutti quelli di Citto Maselli dal ‘67 in poi, un film di Nanni Loy (“Caffè Express”), film di Pietrangeli, Mattolini, Giancarlo Cobelli, Paolo Breccia, Pelloni e altri. Scrive inoltre molta musica per il teatro: per Carlo Quartucci “Pentesile”, “Funerale” e “Robinson Crusoe”. Per Attilio Corsini, “I Due Sergenti”, “La Pulce” e altri.
Nel 1968 esce un disco che contiene altre due ballate aperte: “Lunga vita allo spettacolo” e “Viva Voltaire e Montesquieu”. Qui la riflessione è trasferita sul significato dello spettacolo, sui legami tra questo e l’impegno politico, sul ruolo dell'intellettuale nella società. I due brani sono contrapposti dialetticamente, quasi in una sorta di domanda e risposta. Particolarmente efficace è la satira dell'impegno come dimensione totalizzante.
La ballata narrativa è la forma prevalente anche in altri notevolissimi dischi come “Chiesa Chiesa” (1967), “La vivazione” (1969) e “Controcanale 70” (1970). Nel 1974 fonda la Scuola popolare del Testaccio, a Roma, trovando altri musicisti assieme ai quali poter suonare: Giancarlo Schiaffini, Michele Iannaccone e Eugenio Colombo. “L'eroe” (1974) e “La nave (è una pura formalità)” sono del 1976. Spesso le tematiche di questi lavori hanno un complesso carattere epico, dove però l'allegoria non è mai disgiunta dalla riflessione militante. Dall'età degli anni Settanta la canta-compositrice torna a occuparsi intensamente di musica d'insieme. La scrittura si fa più elaborata, la partitura musicale sembra quasi prevalere sull'urgenza di trasmettere il messaggio. Una musica più difficile, ma comunque sempre orientata alle problematiche sociali.
Nel 1976 fonda il “Quartetto Vocale”, per il quale scrive molto materiale e fa molta ricerca e trascrizione di materiale etnico. Con questa formazione scrive cinque “Cantate”, con le quali gira tutta Europa e Canada. Del 1977 è lo spettacolo “Correvano coi Carri” (su disco l'anno seguente), cantato da undici donne "non per scelta ma perché non c'erano gli uomini". Al 1978 risale il disco doppio “La grande madre impazzita”, vero e proprio teatro musicale per cinque voci e un trio di jazzisti d'improvvisazione conosciuti alla scuola popolare di musica del Testaccio: un disco di grande valore poetico ed eccellenza musicale; una rappresentazione del mondo d'oggi, fra tradizioni popolari e contadine in frantumi e modernità metropolitana alienante (vedi ancora Pasolini), solitudine urbana, potere soverchiante (la Grande Madre), dimensione mitica e mezzi di comunicazione di massa.
Nel 1983 scrive “Il regalo dell’Imperatore”, opera per quattordici strumenti, coro e solisti, con la quale sta in scena per un mese al Teatro les Bouffes du Nord di Peter Brook e compie tournée in Spagna e Francia. Nel 1984 il Festival d’Automne le commissiona la musica per dodici liriche di Pasolini, che scrive per cinque voci e cinque strumenti. Nello stesso anno, il Festival di Musica di Saint-Denis le commissiona un “Requiem” che lei scrive per orchestra, due cori e solisti. Viene eseguito a Vienna, Amburgo, Roma e Parigi. Ed esce in Francia lo splendido “Pour Pier Paolo: 12 poesie friulane di Pasolini musicate per un organico di voci, ance e percussioni”. Nel 1988 scrive le musiche per “Troiane” di Thierry Salmon, con cui vince il premio Ubu Teatro. Compone anche musiche per teatro in Francia, “On ne badine pas avec l’amour” per Viviane Théofilides; in Germania, “Antigone” di Hans Rheiner; in Svizzera, “Le donne a parlamento” di Michel Voità. Per il bicentenario della Rivoluzione Francese, nel 1989, su incarico del Festival Roma Europa, mette in musica la “Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo”.
Dal 1991 al 2000 Giovanna Marini è anche titolare della cattedra di etnomusicologia presso l'Università di Paris VIII-Saint Denis. Con gli allievi romani e parigini, Giovanna Marini compie viaggi di studio per ascoltare e trascrivere i canti di tradizione orale ancora presenti in Italia nelle feste religiose e profane. Nel 1991 scrive “Spesso il male di vivere ho incontrato” di Montale, per coro, che viene eseguito a Bologna. Scrive nel 1993 “Les regrets de Rome” per un coro dell’Università di Saint-Denis. Questo pezzo verrà poi eseguito in molte città francesi. Nel 1995 scrive la musica per “I Turcs tal Friul” di Pasolini, messo in scena da Teatriditalia e Teatro di Trieste, per la regia di Elio De Capitani, eseguito alla Biennale di Venezia. Ottiene il premio Ubu. Nel 1996, per il Teatro di Avignone, scrive “Vita Nuova”, quartetto d’archi, voce recitante e baritono. Nel 1997 scrive le musiche per “Orestiade” di Eschilo al Teatro Reale fiammingo di Bruxelles. Seguono “Sibemolle” e la “Cantata del Secolo Breve” (ispirata all'opera storica di Eric Hobsbawm) presentata al Théâtre de Vidy, a Losanna, nel 2001.
Nel 2002, assieme a Francesco De Gregori, Giovanna Marini incide l'album “Il fischio del vapore”, che ottiene un successo di vendite senza precedenti facendo conoscere il suo nome, dopo quarant'anni, anche al grande pubblico. Nel 2004, tra le altre cose, mette in musica la “Ballata del carcere” di Reading e il “De Profundis” di Oscar Wilde.
Per rispolverare il repertorio della Marini è stata pubblicata da Alabianca, nel 2006, “Antologia”, una raccolta dei migliori brani dell’artista romana nei suoi quarant’anni di carriera tra l’Italia e l’estero. Ventuno canzoni, di cui tre inedite: “Passerà”, scritto anni fa, “Muto Carmè”, ed “Era domenica”, tratta da un racconto di Hemingway. La Marini, durante lo show case di presentazione dell’album, ha proposto alcuni dei brani più famosi tra cui i tre inediti e “Ulrike Meinhof”.
“Quando ho cantato questa canzone in Germania”, ha spiegato Giovanna Marini, “era il 1995 e al termine della mia esibizione mi si è presentata davanti una ragazza pallida, quasi anoressica, molto gentile e carina. Mi ha detto che avevo scritto una canzone su sua madre e che non avrei dovuto.
Era la figlia di Ulrike Meinhof – morta nel 1976 e militante della sinistra radicale - e insisteva sul fatto che non avrei dovuto dedicare una canzone a quella donna. Io sono rimasta di sasso, e le ho detto che sua madre era invece una persona molto colta, un’intellettuale. E’ difficile essere una persona intellettuale, perché arrivi ad un certo punto in cui la cultura non ti basta più e devi inventarti una vita, allora capita di fare degli errori e di agire in modo sbagliato. Non bisogna però giudicare le persone, così ho detto a quella ragazzina di non etichettare sua madre, perché era una donna molto espressiva e passionale”.
LE OPERE DI GIOVANNA MARINI
BALLATE
1965 • Vi parlo dell’America
1967 • Chiesa Chiesa
1968 • Viva Voltaire e Montesquieu • Lunga vita allo spettacolo
1969 • La Vivazione
1970 • La Nave • La Creatora
1973 • I treni per Reggio Calabria
1974 • L’eroe
ORATORI, OPERE E POEMI SINFONICI
1973 • Fare Musica oratorio per strumenti coro e voci soliste, Ed. Mus. Bella Ciao, Milano
1976 • Correvano coi carri oratorio per undici voci e chitarra, prod. Teatro Spazio Zero e Scuola Popolare di Musica di Testaccio di Roma, Ed. Mus. Bella Ciao, Milano
1979 • La grande madre impazzita oratorio per strumenti più percussioni e cinque voci soliste, prod. La Lunga Gittata di Roma, Ed. Mus. Bella Ciao, Milano
1980 • Cantate de tous les jours per quartetto vocale, prod. Théâtre Gérard Philippe di Saint-Denis, Parigi, Ed. Mus. Le Chant du Monde
1981 • Che dirà la gente che si bacia nei caffè, prod. La Lunga Gittata di Roma
1982 • Le cadeau de l’empereur opera per strumenti voci soliste e coro della SPMT
1984 • Pour Pier Paolo cinque liriche di P.P. Pasolini per cinque voci e cinque strumenti, prod. Festival d’Automne, Parigi
1986 • Requiem cantata delle cinque stanze oratorio per due cori, voci soliste e strumenti, prod. La Lunga Gittata di Rome e RAI
1989 • La déclaration des Droits de l’homme per coro voci soliste e strumenti, prod. Festival RomaEuropa e SPMT
1990 • Cantata profana per quartetto vocale, prod. Théâtre de la Bastille di Parigi
1992 • Spesso il male di vivere ho incontrato testo di Montale, per coro e due voci soliste, prod. Associazione Satie, Bologna • Les Naufragés de l’Olympe opera buffa per tre solisti e gruppo strumentale, prod. Théâtre de Vidy di Losanna
1993 • Regrets de Rome testo di Joaquim Du Bellay per coro e baritono solista, prod. Centre Action Culturelle de l’Université ParisVIII Saint-Denis • La vita sopra e sotto i mille metri per quartetto vocale, prod. Théâtre Gérard Philippe di Saint-Denis, Parigi
1994 • La bague magique opera buffa per coro, voci soliste e violoncello su testo di Goldoni, livret di Valeria Tasca e Giovanna Marini, regia di Jean-Claude Berutti, prod. Opera di Nancy e Théâtre du Peuple de Bussang
1995 • Partenze, vent’anni dalla morte di Pier Paolo Pasolini Cantata per quartetto vocale, prod. Théâtre de Vidy di Losanna
1996 • Vita Nova di Dante di Lulu Menasse prod. France Culture
1997 • Concerto per Leopardi composto da tre brani Coro dei morti, Canto notturno del pastore errante per l’Asia e Ultimo canto a Saffo per coro e quartetto d’archi, eseguito dalla SPMT
1998 • Napoli per voi poemetto sinfonico della durata di 50 minuti per quartetto vocale commissionato dalla Cité de La Musique di Parigi - La Villette • Sibemolle Cantata per quartetto vocale, prod. Théâtre de Vidy di Losanna
1999 • Ustica per quartetto vocale per lo spettacolo I-TIGI, canto per Ustica di Marco Paolini chiesto dell'associazione Familiari delle vittime di Ustica, prod. Comune di Bologna, Comune di Palermo e Romagna Teatri
2000 • La Cantata del secolo breve per quartetto vocale
2004 • La torre di babele per quartetto vocale
PER IL TEATRO
1979 • Nora Helmer testo di R. Lerici regia di Carlo Quartucci, prod. Il Camion di Roma
1980 • Robinson Crusoe testo di R. Lerici regia di Carlo Quartucci, prod. Il Camion di Roma
1981 • I due sergenti regia di Attilio Corsini, compagnia Attori e Tecnici di Roma • La pulce di Feydau regia di Attilio Corsini, compagnia Attori e Tecnici di Roma
1982 • Casanova regia di Attilio Corsini, compagnia Attori e Tecnici di Roma • Pantalone regia di Attilio Corsini, compagnia Attori e Tecnici di Roma
1983 • Funerale testo di R. Lerici regia di Carlo Quartucci, prod. La Zattera di Babele di Roma
1984 • Il bacio della donna ragno regia di Marco Mattolini, prod. Teatro di Porta Romana, Milano • Gesualdo coreografie di Anne-Marie Reynaud
1985 • Bent • Drama coreografie di Anne-Marie Reynaud, DD du Four Solaire
1986 • On ne badine pas avec l’amour di Marivaux regia di Viviane Théophilides, prod. Atelier Lyrique du Rhône
1987 • L’école des femmes di Molière regia di Marco Mattolini, Teatro Quirino di Roma
1988 • Troyennes d’Euripide regia di Thierry Salmon, prod. Festival di Gibellina, CRT, Festival d’Avignon, Teatro di Napoli, Der Frauen Festival di Amburgo - Premio UBU della critica per le musiche 1
991 • L’assemblée des femmes di Aristofane regia di Michel Voita, prod. Théâtre de Vidy di Losanna
1994 • Antigone di Sofocle regia di Hans-Guenther Heyme prod. Théâtre de Vidy di Losanna
1995 • I turcs tal Friul di P.P. Pasolini regia di Elio De Capitani, prod. Teatriditalia di Milano, Biennale di Venezia e Teatro Stabile di Trieste - Premio UBU della critica per le musiche
1996 • Oresteia di Eschilo regia di Franz Marjinen, Théâtre Royal Flamand di Bruxelles
1997 • Elektra di Sofocle regia di Hans-Guenther Heyme prod. Théâtre de Vidy di Losanna • Il sogno di una notte di Mezza Estate di Shakespeare regia di Elio De Capitani, prod. Teatriditalia di Milano
1998 • Ion di Euripide regia di Hans-Guenther Heyme prod. Théâtre Gérard Philippe di Saint-Denis • Journal d’Eve di Dario Fo regia di Christine Leboutte
1999 • Blanche-Neige di Robert Walser regia di Rudolph Straub, prod. TeaterSpektakel di Zurigo • Coefore di Eschilo e P.P. Pasolini regia di Elio De Capitani, prod. Teatriditalia di Milano • Animarrovescio coreografie di Adriana Borriello, prod. Inteatro Polverigi e Hebbel Teater di Berlino
2000 • Antigone di Sofocle regia di Patrice Kerbrat prod. INDA Teatro Greco di Siracusa e Teatro Carcano di Milano • Théorème di P.P. Pasolini regia di Christine Leboutte • Eumenidi di Eschilo e P.P. Pasolini regia di Elio De Capitani, prod. Teatriditalia di Milano
2002 • Villarosa su testo di Enzo Alaimo
2003 • Woyzec regìa di Giancarlo Cobelli
2004 • La ballata del carcere di Reading di Oscar Wilde • De profundis di Oscar Wilde
PER IL CINEMA
1962 • Matrimonio degli alberi di Folco Quilici e Carlo Alberto Pinelli
1967 • Lettera aperta a un giornale della sera di Citto Maselli, Ed. Mus. CA
1972 • Il sospetto di Citto Maselli, Ed. Mus. CAM • Terminal di Paolo Breccia, Ed. Mus. RCA
1975 • I tre operai di Citto Maselli, Ed. Mus. FONIT CETRA
1977 • Porci con le ali di Paolo Pietrangeli, Ed. Mus. Bixio 1980 • Il mistero del Morca di Marco Mattolini, Ed. Mus. CAM
1981 • I giorni cantati di Paolo Pietrangeli, Ed. Mus. CAM
1982 • Caffé express di Nanni Loy, Ed. Mus. De Laurentis • La giornata di Chiara Brenna di P. Pelloni, Ed. Mus.
CAM 1985 • Storia d’amore di Citto Maselli, Ed. Mus. CAM • La montagna di Carlo Alberto Pinelli, Ed. Mus. COMETA
1986 • Teresa Raquin di Gian Carlo Cobelli, Ed. Mus. COMETA • Avventura di un fotografo di Citto Maselli, Ed. Mus. proprietà dell’autore
1988 • Codice privato di Citto Maselli, Ed. Mus. CAM • Il Tevere di Citto Maselli, Ed. Mus. proprietà dell’autore • I cortili di Roma, Ed. Mus. RAI TRE
1989 • Il segreto di Citto Maselli, Ed. Mus. CAM
1991 • L’alba di Citto Maselli, Ed. Mus. CAM
1995 • Prigionieri della guerra di Yervant Gianikian e Angela Ricci-Lucchi, Ed. Mus. proprietà dell’autore • La fabrique du corps humain di Marc Hureau, Ed. Mus LES FILMS D’ICI • Lacerazioni di Wolfgango De Biasi e Andrea Felici, cortometraggio Ed. Mus. CAM
1996 • Demolizione di Citto Maselli
1998 • Su tutte le vette è pace di Yervant Gianikian e Angela Ricci-Lucchi • Cronache del Terzo Millenio di Citto Maselli 2000 • L'India di Giannikian Lucchi-Ricci
2003 • Oh Uomo di Giannikian Lucchi-Ricci
I LINKS DI GIOVANNA MARINI
- Giovanna Marini (www.giovannamarini.it/)
• Istituto Ernesto De Martino (www.iedm.it/)
• Circolo Gianni Bosio (www.circologiannibosio.it)
• Coro Inni e Canti di Lotta (www.inniecantidilotta.com)
• Scuola Popolare di Musica di Testaccio (www.scuolamusicatestaccio.it)
• Banda Scuola Popolare di Musica di Testaccio (www.bandatestaccio.it)
• Micrologus (www.micrologus.it)
• AlaBianca Records (www.alabianca.it/alabianca2000/default.asp)
• Musique Populaire Italienne (http://musicaitalia.free.fr/)
• Materiali sonori www.matson.it/html/default.asp)
• Felmay (www.felmay.it/
• CNI Compagnia Nuove Indye (www.cnimusic.it/)
• ARSVOCIS (www.arsvocis.it/)
• Angelica (www.aaa-angelica.com/)