Un libro davvero prezioso, indispensabile per chi voglia leggere o scrivere di politica oggi in Italia.
Organico, rigoroso e insieme divulgativo, con un ricco corredo di fonti parallele. Chiamarlo “analisi” come fa l'autore – Piero Craveri, già professore di storia contemporanea all'università Suor Orsola Benincasa di Napoli – mi sembra proprio riduttivo: “Dalla democrazia incompiuta alla post-democrazia. Percorsi storici del sistema politico italiano” (Ed. il Mulino – p.355 – 38 Euro ).
Viene storicamente delineato il filo rosso dell'equilibrio politico italiano dai governi centristi di De Gasperi che escludono le aree di destra e di sinistra, la variante Berlusconi, il pronto soccorso di Monti, poi di Draghi e la meteora Conte-Grillo. Non è compresa la Meloni, emersa dopo la stesura del libro: di sicuro comparirà, assieme al nostro interesse, nella seconda edizione.
Con i rapporti politici tutto sommato radicalizzati, il Parlamento si sta via via riducendo alle ratifiche. Le nuove leadership hanno avuto vita breve, crescendo in compenso la tendenza autoritaria e affievolendosi la dialettica fra i poteri dello Stato; con la società civile che entra nelle istituzioni, mentre s'accentuano le tendenze plebiscitarie. “Linee degenerative emergenti” secondo Craveri, che sollecitano la riflessione storico-politica a cui ci induce con queste sue lucide pagine.
A Romano Prodi, insieme a Carlo Azeglio Ciampi, si deve l'ingresso del nostro Paese nell'area dell'Euro, con relativa riduzione del debito e stretta sul bilancio. Nel frattempo il successo della Lega Nord ha portato alla svolta regionalistica. I cinque anni di governo Berlusconi sono finiti mancandogli “la dote della mediazione”. Poi è arrivato il comico televisivo, sulla base delle “riflessioni estemporanee elaborate da Gianroberto Casaleggio e il contributo di Dario Fo”.
E' poi la volta del governo di Enrico Letta, nato dalla coalizione di centrosinistra e centrodestra, mentre Matteo Renzi puntava alla rottamazione di un'intera classe dirigente. Abolito il CNEL e ridotto il numero dei parlamentari, con la Magistratura che esonda dal suo alveo istituzionale e mostra le “crepe dei suoi interna corporis”. Dal canto loro i parlamentari del Movimento 5 Stelle, diventati forza di governo, hanno lasciato “un segno assai misero”. E bisogna aggiungere l'accentuarsi del processo di post- democrazia insieme a quelli del 'populismo'.
All'incalzare di queste prime cento pagine, l'Autore fa seguito allargando il suo obiettivo sulla figura e l'opera di Aldo Moro, con il suo tentativo di superare il centrismo e approdare al centrosinistra.
La programmazione di Ugo La Malfa e la vittoria al referendum sul divorzio. La 'dissoluzione' del comunismo per mano di Enrico Berlinguer, l'insuccesso del compromesso storico, il suo lascito di idee e di stile, la spinta culturale di Franco Rodano. Senza trascurare “l'irresistibile ascesa e l'inarrestabile caduta” di Bettino Craxi. Altre 250 pagine di impeccabili ascendenze storiche.